Bologna, 8 febbraio 2025 – Lo scorso 3 agosto, in pieno svolgimento dei Giochi di Parigi 2024, il dressagista belga Domien Michiels è stato sottoposto a una verifica doping come da regolamento. Ciò che ne è scaturito però non è sembrato, a prima vista, qualcosa di altrettanto aderente alle pressanti rules in fatto di farmaci e benessere degli atleti.
Michiels è infatti risultato positivo al dorzolamide, una sostanza proibita di Classe S5 secondo la lista delle sostanze del World Anti-Doping Agency (WADA), un ‘diuretico e agente mascherante’ che non può essere assunto dagli atleti in gara se non per diretto uso oftalmico certificato.
Durante le indagini del caso, grazie alla totale cooperazione dell’atleta, la giustizia sportiva ha potuto determinare che la positività è tuttavia stata casuale.
Il dorzolamide è entrato nell’organismo del dressagista inavvertitamente per via transdermica, mentre somministrava delle gocce di collirio al proprio cane.
Le regole sono regole… E visto che l’Anti Doping Rule Violation (ADRV) ha rilevato l’assunzione transdermica rispetto a quella oftalmica, seppur senza intenzione di compiere un illecito, Michiels ha dovuto accogliere la squalifica della propria performance olimpica, pur non essendo responsabile di ‘colpa o negligenza’ in merito all’illecito.
A carico di Michiels non ci saranno ulteriori conseguenze sia per quanto concerne il Cio sia la Fei. Il risultato del team belga alle Olimpiadi non viene alterato mentre viene cancellata la sua performance individuale.
L’Anti-Doping Organisations (WADA) l’Athlete’s National Anti-Doping Organisation hanno a questo punto diritto di appellarsi contro la decisione dell’International Testing Agency (ITA).